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Eco-mindfulness: ennesima trovata che sfrutta l’ecologismo

Perché inventare un nuovo termine? Per attirare nuovi "clienti"? Abbiamo bisogno più parole per sentirci migliori, diversi, separati dagli altri? Oppure non abbiamo veramente necessità di creare nuove etichette né di restare attaccati alle vecchie definizioni? Praticare Mindfulness significa non aggiungere commenti e giudizi a ciò che "è già", fare esperienza della realtà "come si manifesta". Perciò qual è lo scopo della "nuova pratica" detta eco-mindfulness? Se ti interessa la mia opinione continua a leggere.

Eco-mindfulness, immagine di persone che meditano sedute sulla terra.

Negli ultimi tempi, è emersa una nuova tendenza chiamata “eco-mindfulness”, che sostiene di combinare la pratica della mindfulness con la consapevolezza ecologica.

Tuttavia, è importante cercare di comprendere l’obiettivo che questa nuova invenzione si propone: sfruttare l’interesse crescente per la mindfulness da una parte e dall’altra per l’ambiente e la sostenibilità con il preciso scopo di creare un nuovo tipo di consumatore interessato ad avvicinarsi alla mindfulness che non sia quella già nota.

Promuovere l’illusione che si sta facendo qualcosa di “nuovo” e “migliore” rispetto alla pratica della Mindfulness che molti già conoscono e praticano è relativamente facile: basta catalogare la pratica della mindfulness come “tradizionale”, “fuori moda” e “troppo individuale” per invitare le persone a “fare qualcosa per il bene della collettività”, tecnica di condizionamento che ultimamente sembra aver ottenuto un certo successo in altri ambiti ma che non è nuova.

La mindfulness come pratica universale

La mindfulness, nella sua essenza, è una pratica che incoraggia l’attenzione consapevole al momento presente, senza giudizio o distrazione.

Nasce da un’antica tradizione meditativa che si basa sull’osservazione/accettazione di sé stessi e del mondo che ci circonda. Questa pratica è profondamente inclusiva e abbraccia l’intera umanità, senza la necessità di essere ristretta a un contesto “eco” specifico.

Forzatura e illusione dell’eco-mindfulness

Sostenere che l’eco-mindfulness incoraggi la pratica di azioni sostenibili come risposta alla consapevolezza dell’effetto delle azioni umane sulla natura è una forzatura concettuale.

La mindfulness in sé già nutre la consapevolezza dell’interconnessione tra l’essere umano e l’ambiente circostante. Non c’è bisogno di creare una “nuova” pratica per promuovere l’impegno ecologico.

Il marketing dell’eco-mindfulness

L’eco-mindfulness viene presentata come la “nuova pratica di benessere a contatto con la natura”, con l’intento di attrarre un pubblico più ampio in un periodo in cui l’ambiente, il clima e la sostenibilità sono temi di grande rilevanza mediatica.

Questo approccio commerciale mira a soddisfare l’ego collettivo e individuale, che sappiamo si nutre della costante ricerca di ciò che è “di più”, “nuovo” “migliore” con l’intento di separare gli individui e aumentare il divario tra chi è “migliore” e il suo opposto.

Al contrario, la tendenza alla commercializzazione di altre “forme di mindfulness” si rivela quando evita di riconoscere che la mindfulness tradizionale è già una risorsa preziosa per comprendere la nostra interconnessione con il mondo naturale.

Come viene stimolato l’interesse verso l’eco-mindfulness

Per il lettore attento, consapevole e informato sulle tecniche di comunicazione e condizionamento, è abbastanza facile notare come la sua attenzione venga attirata grazie ai cosiddetti “titoli acchiappa-clic”, a slogan e frasi create da esperti comunicatori.

Ecco alcuni esempi presentati da Google e tratti da titoli utilizzati da quelli che possiamo chiamare mezzi di comunicazione di massa:

“Eco-mindfulness: la nuova pratica immerse nella natura.”

“L’eco-mindfulness è la nuova pratica di benessere a contatto con la natura. Ecco tutti gli step per ritrovare l’equilibrio interiore.”

“Eco-Mindfulness. Meditazioni per connettersi con la natura e sviluppare una nuova consapevolezza ambientale.”

“L’eco-mindfulness è un’evoluzione della mindfulness più classica e rispetto a essa si concentra sulla connessione tra l’uomo e l’ambiente.”

Non credo di dover aggiungere altro per sostenere quanto sia evidente l’intento commerciale di queste frasi create appositamente per stimolare la curiosità e l’interesse verso una “nuova pratica”, proposta come un dentifricio o il nuovo modello di automobile ecologica.

La mindfulness come risposta

Invece di abbracciare l’eco-mindfulness come un’entità separata, è importante riconoscere che la pratica della mindfulness può essere un’opportunità per sviluppare una maggiore consapevolezza ecologica.

Quando siamo consapevoli di noi stessi e del nostro impatto sul mondo, siamo naturalmente spinti ad agire in modo più sostenibile e responsabile.

Non è necessario separare la mindfulness dal contesto più ampio dell’ambiente per raggiungere questo obiettivo.

A ulteriore dimostrazione di come la pratica della mindfulness e le varie modalità di praticare la meditazione siano già portatrici di un messaggio di amore verso la terra e del nostro inscindibile legame con essa, ricordo le parole di Thich Nhat Hanh:

“La pratica della camminata consapevole, dice Thich Nhat Hanh, è un modo profondo e piacevole per approfondire la nostra connessione con il nostro corpo e la terra. Respiriamo, facciamo un passo consapevole e torniamo alla nostra vera casa.
Ogni respiro consapevole, ogni passo consapevole, ci ricorda che siamo vivi su questo bellissimo pianeta. Non abbiamo bisogno di nient’altro. È già abbastanza meraviglioso essere vivi, inspirare e fare un passo. Siamo arrivati dove è disponibile la vita reale: il momento presente. Se respiriamo e camminiamo in questo modo, diventiamo solidi come una montagna.”

Tradotto liberamente da: “Thich Nhat Hanh on Walking Meditation

A questo proposito, ci tengo a ricordare che il programma del corso MBSR (Mindful-Based Stress Reduction), creato più di quarant’anni fa da Jon kabat-Zinn, include già esercizi di meditazione camminata che viene vivamente consigliata non appena è possibile poiché è alla portata di tutti e in qualsiasi condizione ambientale.

Prendimi la mano.
Cammineremo.
Cammineremo solo.
Ci godremo la nostra passeggiata
senza pensare di arrivare da nessuna parte.
Cammina tranquillo.
Cammina felicemente.

— Thich Nhat Hanh – estratto da “Walking Meditation”

Conclusioni

La mia opinione è che l’eco-mindfulness sia solo un’ennesima trovata per chi cerca di capitalizzare sull’interesse per l’ambiente e la sostenibilità.

La pratica della mindfulness è già intrinsecamente ecologica, poiché ci connette con l’intera umanità e con il mondo naturale.

Nulla toglie di praticare le sedute o le camminate in mezzo alla natura, ci mancherebbe! Ma da qui a indorarla come pratica nuova, a se stante e produttrice di una “salvezza” ecologica, ce ne vuole. 

Concentriamoci sulla consapevolezza del nostro impatto e sull’azione concreta, intenzionale, per preservare e proteggere l’ambiente, abbracciando la mindfulness come risorsa preziosa per questo processo.

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Operatore e Insegnante di Shiatsu I.R.T.E.
Istruttore A.I.M. di protocolli mindfulness based (MBSR) per privati e aziende.

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